Tessuti che raccontano la storia della Sicilia
Tessuti e manufatti conservati in musei e collezioni di tutto il mondo raccontano secoli di incontri, idee, scambi intellettuali in una Sicilia segnata da molteplici culture, da cui ha acquisito conoscenze e tecniche.
E' per volere di Ruggero II d'Altavilla , primo re di Sicilia, che intorno al 1130 nascono i Nobiles Officinae. Si tratta di laboratori reali annessi al Palazzo Reale di Palermo specializzati in diverse aree artistiche. Conosciuti anche con il nome arabo Tiraz , costituivano la manifattura più sofisticata del Regno di Sicilia in età normanno-sveva.
È da qui che uscirà la più preziosa e sontuosa produzione tessile dell'epoca, il cui emblema è rappresentato dal celebre manto di Ruggero II , un semicerchio di seta ricamato in oro, perle, smalti. "Il tessuto sciamato lavorato rosso, attribuito alla manifattura bizantina", fu ricamato nel 1133 da "abili operai specializzati nell'arte della decorazione con l'ago che, secondo la tradizione musulmana, ricamano a nome del sovrano".
Il celebre mantello, conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna, è simbolo di un'isola riconvertita al cristianesimo ma non per questo incapace di mantenere in sè popolazioni e culti diversi. È forse il manufatto più famoso di un'arte che si nutrirà di incontri casuali, ricerca, intrusioni e anche prestiti per produrre forme, disegni e immagini sfuggenti e ammalianti, impresse nei velluti, nei damaschi, nelle sete sopravvissute alla passare del tempo.
Tessuti che uniscono sacro e profano, lusso e quotidianità; tessuti che confermano i secolari rapporti sociali, economici e culturali tra l'area mediterranea e l'Europa continentale; tessuti che furono abbandonati dalla nobiltà isolana che con il passare del tempo cambiò ruolo ed esigenze. Una nobiltà che amava reinventare luoghi e spazi che diventavano teatro di una rituale e sontuosa convivialità barocca, che trovava negli apparati tessili, nei drappi e negli arazzi la cornice ideale attraverso cui esprimere i fasti del potere e ricercare l'attenzione del pubblico e la sua ammirazione. Opere tessili generate da intenti autocelebrativi.
Di lì a poco i "maestri inglesi" delle nuove rotte commerciali extraeuropee introdurranno "sete e cotoni stampati che influenzeranno il linguaggio decorativo". Così, "Il gusto per l'esotismo si accentua e nel Settecento dà origine al fenomeno del collezionismo di rarità dalla Turchia, dalla Persia, dall'India, ma soprattutto dalla Cina e dal Giappone" insieme ad influenze e suggestioni che si tradurranno poi in modelli per artigiani locali pronti a imitare e rinnovare le loro tecniche, a dimostrazione che l'insularità di questa terra non è mai stata un ostacolo o una chiusura a uomini, merci, tecniche, idee e culture.
Ed è così che leggere di tessuti equivale a leggere di apertura, scambio e arricchimento reciproco.